Giorno e notte di una Firenze surreale, sotto l’assedio di un nemico invisibile.
Ho sempre creduto poco agli slogan e alle frasi a effetto, e quindi: “Distanti oggi, per abbracciarci più forte domani”, oppure: “#andràtuttobene”, o ancora: “Ne usciremo più forti di prima”, su di me non hanno attaccato e sono rimasto sempre in una posizione piuttosto critica rispetto a quello che stava succedendo. Più che altro, mi domandavo quale fosse il miglior modo per vivere e superare questo periodo. E tra i tanti pensieri che mi frullavano per la testa, uno in particolare ritornava a farsi vivo con insistenza: quando tutto sarà passato, ci sarà sicuramente qualcosa di buono che riusciremo a trovare nei nostri ricordi. Ecco allora che la mia passione per la fotografia ha fatto il resto, accendendo in me l’idea di questo progetto, di documentare quello che mi stava accadendo e come la mia città reagiva a questo evento.
“Firenze, un nemico invisibile ti ha imprigionata, ti ha privata della tua gente, ti ha impedito tradizioni e feste. Ma nel silenzio e nella solitudine ti ha reso ancora di più affascinante ed esclusiva. I miei occhi ti hanno visto, sì triste, ma mai così stupenda chiusa fra le mura tue: è stato come averti per mano in un cammino silenzioso.”
Oggi, il peggio sembra essere passato, almeno per adesso, e giunti alla dine di questa brutta avventura, una cosa dovrebbe essere ormai chiara a chiunque: eravamo felici e non lo sapevamo…